martedì 28 ottobre 2008

Ti conosco Mascherina

Berlusconi ultimamente ha detto (salvo smentite classiche dei politici) che è "completamente indifferente" alle proteste sulla Scuola.
Talmente indifferente da far proclami pubblici in televisione....
E' talmente indifferente alle proteste che ha scandagliato i suoi giovani di Forza Italia per le Università italiane facendoli fare una contro-protesta....
Talmente indifferente da accusare ferocemente l'opposizione per le proteste....

Complimenti per l'indifferenza....

Anche la Gelmini è indifferente?
Ella ha voluto incontrare gli studenti e ha voluto incontrare anche i genitori... (quindi non è così indifferente...); a quando i sindacati e gli insegnanti?
Ci riusciremo a fare un confronto serio con loro, che sono i diretti interessati, prima di fare la legge?

In parlamento si è detto che gli italiani su questa legge sono con il governo...; su che basi si dice questo?
C'è un supporto a tali affermazioni?

Per quanto mi riguarda io penso con la mia testa, e anche se tutti gli italiani (e per fortuna non è così) condividessero questa legge, la mia opinione su questa mossa del governo, e (soprattutto) sulla Gelmini, non cambierà.
Quindi non sarà certo qualche strepitio in parlamento a intimorirmi; mi sono forgiato a resistere alla cultura sessantottina, figuriamoci quindi se sarà qualche discorso di destra a farmi desistere dal cambiare le mie posizioni.

Per vedere se i risultati di una certa politica abbiano avuto veramente successo (e comunque non vuol dire che essa sia stata una politica giusta) lo si vedrà solo e solamente alle elezioni, non in discorsi auto-referenziali fatti in parlamento....

Quelle affermazioni mi ricordano quegli stessi discorsi che si facevano durante la proposta di legge sui Di.Co. (durante il governo Prodi), dove si affermava con auto-referenzialità che la maggior parte degli italiani erano favorevoli a tale legge, per poi scoprire che vi era una forte maggioranza silenziosa (formata da gente anche di sinistra) che tale legge non l'approvava affatto.
E non valsero propagande urlate di vario genere a far tacere quel sussurrante dissenso. Dissenso che si fece sentire durante le ultime elezioni.

Allo stesso modo sarebbe un grosso errore snobbare alcuni italiani, che come me, provano un profondo dissenso per questa politica educativa fatta dal governo in carica.

Tutto su questa vicenda di politica educativa è stato condotto in una maniera veramente sporca e ipocrita da entrambi gli schieramenti, ma soprattutto in modo sorprendentemente subdolo da parte del governo.
Francamente non so cosa pensano gli italiani, ma ai miei occhi il governo sta perdendo di credibilità ogni giorno di più....

domenica 26 ottobre 2008

Il Carro dei Vincitori

Visto i recenti svolgimenti del centro-destra in sede di politica educativa mi vedo costretto a non considerarmi più all'interno di quella parte politica a cui ho dato fiducia (che è il centro-destra).

A questo punto scendo dal Carro dei Vincitori e mi unisco alla larga schiera degli sconfitti.
Sono liberale e rimango liberale, ma lo sarò senza essere di questo governo.

Mi si potrà rimproverare che avrei dovuto intuirlo, ma purtroppo non sono un veggente; e in ogni caso credo di essere in buona compagnia tra coloro che sono stati ingannati dalla promesse politiche.
Se prima di votare avessi saputo ciò che avevano in mente di fare in sede di politica educativa, di certo il mio voto non glielo avrei mai accordato. E di certo non glielo accorderò più in futuro.

Personalmente, ritengo i provvedimenti del ministro Gelmini siano scellerati e dannosi, anche se sono convinto che non sia lei la vera responsabile. Come spesso succede in politica, la responsabilità non è solo di una persona, ma di tutte quelle figure che compongono quel governo, esse infatti si rendono tutte responsabili e complici di una politica anziché di un'altra.

La responsabilità della tragedia che fu il governo Prodi, non fu colpa solo di Prodi (lui era un pedina, come lo è adesso la Gelmini), ma di tutti i singoli membri di quel governo.
Allo stesso modo, per onestà intellettuale, i mali di questo governo ne sono responsabili tutti i loro membri.

Se si ritirasse il decreto Gelmini per riconsiderarlo in alcune parti, soprattutto quelle riguardante il "maestro unico", potrei ripensare a ri-considerare la loro proposta politica. Ma che ciò avvenga è una cosa che vedo mooooooolto improbabile. [AGGIORNAMENTO: e non mi basta che la proposta del "maestro unico" venga ri-considerata in alcune parti; voglio che ci sia un ripristino al pluri-insegmanto com'era prima.]

Il lato positivo di tutta questa storia è che comincio a vedere la politica con occhi diversi, forse più realisti di prima. E questi occhi nuovi mi hanno dato la consapevolezza che noi, piccoli spettatori del teatro della politica dei grandi, in realtà sul Carro dei Vincitori non ci saliremo mai.

mercoledì 22 ottobre 2008

La Realtà della Virtù e del Vizio

“Poiché la presenza di Dio ci appare dovunque e, per così dire, si impone ormai allo sguardo degli uomini nella regolarità del corso della natura, come un tempo appariva evidente a causa della frequente testimonianza dei miracoli, credo non si troverebbe nessuno disposto a sostenere l’inesistenza di Dio, purché riconosca che la nostra vita deve avere una ragione, o riconosca la realtà di qualcosa che meriti il nome di virtù o di vizio.”
(John Locke)

Credo che si potrebbe affermare con abbastanza sicurezza, che chi in genere non crede che esista una regolarità della Natura, non creda nemmeno all’esistenza di Dio, e di conseguenza non crederà neanche all’esistenza di un criterio oltre-umano fisso ed obbiettivo per stabilire il criterio di virtù e di vizio.

Il tema che in genere si contrappone a questo è il tema della Libertà....

Chi sostiene il contrario di questa opinione soprascritta (secondo le mie discussioni ed esperienze), in genere porta la tesi secondo cui:
-non vi può essere un criterio unico di virtù e vizio in una dimensione fissa e obbiettiva, poiché non corrisponderebbe ad un criterio di libertà; la vera libertà è quella che accetta il relativismo etico…; la virtù e il vizio sono concetti morali dati dalla cultura sociale, non dalla natura…-.

Nonostante sia vero che molte delle nostre direzioni morali e/o etiche siano inserite nella cultura in cui viviamo, vi sono delle basi da cui non si può prescindere: la realtà, la natura delle cose e la natura umana.
Accettare la concretezza delle cose in una realtà data (che è la realtà della natura), che non è né inventata o sognata, è segno di una maturità esistenziale che esce dall’infanzia magica e fantasmatica, di un mondo costruito secondo le proprie esigenze e capricci, per accettare la Verità di questo mondo.
Il concetto di libertà che propongo è la Libertà nella realtà naturale: quale libertà ha una persona che è schiava di se stesso nei propri capricci, dove non vi è una tolleranza alla frustrazione esterna, ma solo un rifugiarsi alla ricerca di una fisionomia di un mondo irreale (e quindi innaturale)?
Non vi potrà mai essere una libertà se non si staccano i cordoni ombelicali della fantasia e del mondo magico per rischiare la propria vita in un mondo reale; non vi potrà mai essere una libertà se non attraverso ad una disciplina di sé per contrastare i rilasci della coscienza, che abbrutiscono la nostra umanità dis-umanizzandola.
Non vi è teoria filosofica che tenga nel voler far accettare il dis-umano per umano, in una dimensione di concretezza naturale, perché ciò è una menzogna.

Il concetto della libertà naturale si potrebbe riassumere così: non vi è libertà nella menzogna, la libertà risiede solo nella verità.
Non vi può essere verità in chi dice che la verità non esiste, e non vi può essere realtà in chi dice che la realtà non esiste.
Ciò che è reale è vero, ciò che non è reale è falso.
Quindi in quanto la realtà è verità, non vi può essere altra libertà che nella realtà; e per estensione la realtà è data generalmente dalla natura delle cose, quindi si può affermare che non vi è altra libertà che nella natura.